Il tuttomio



Anche un grandissimo, ammirevole e ammirato professionista della scrittura può sbagliare.

E' capitato ad Andrea Camilleri.

Il suo tardivo debutto come autore hard non è stato felice, le sue volenterose descrizioni di incontri sessuali sembrano opera di uno sconosciuto che non gli somiglia.

Per l'occasione Camilleri ha scelto di usare una lingua qualunque, un italiano distratto, banale.

Il plot rinvia alle vicende dei marchesi Casati e ai loro giochi matrimoniali finiti in tragedia.

C'è sangue nel libro ma l'eros rimane inerte, spento.

Il tuttomio di Andrea Camilleri


Una recensione di Donata Righetti su La Nazione

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